lunedì 8 luglio 2013

Alessandro Stellino - Ogni animale muore nella tana (Il Maestrale)


La Sardegna di Stellino non è l’isola delle vacanze. Accantonato l’idillio estivo, in lui rimane traccia dell’atavica terra dei pastori, dal Padre padrone di Ledda al Giorno del giudizio di Satta; soprattutto molto cinema, molto far west, molta cultura americana. Ogni animale muore nella tana prende a prestito il titolo da un verso di Robert Frost: «All animals are smothered in their lairs». Non di animali parla però questo libro – aspro, duro, a tratti durissimo – ma di uomini che, per incapacità o degrado, si riducono ad essere tali, anzi peggio, in un mondo dove l’aria si fa sempre più asfittica e gli spazi sempre più chiusi.
Merito di Stellino è l’aver tradotto in una lingua efficace, poetica, scolpita nel marmo, un immaginario che pare nato da una costola di The Road, il capolavoro apocalittico di McCarthy. Pochi i personaggi della sua storia, intenti a sopravvivere in una terra scampata al disastro: un uomo con il suo pickup, una ragazzina zingara, qualche figura minore. In un libro composto di così pochi elementi lo stile diviene il protagonista: la pagina non scivola in fretta nell’assillo di esporre fatti, ma s’impone con calma sotto gli occhi del lettore, assume forma grafica e detta il ritmo della lettura, le mani ben salde sulle briglie del discorso.
Stupisce come l’autore sia riuscito a passare da un romanzo improntato sull’oralità (Incendi) a un libro in cui i silenzi pesano come macigni. Non una parola esce infatti dalle labbra della protagonista e i discorsi diretti degli altri personaggi, privati delle virgolette, si riducono quasi a pensieri, a fiato privo di suoni, frammenti di monologhi interiori.
Alessandro Stellino si candida insomma al ruolo di anti-Dicker, l’autore ginevrino che spopola con La verità sul caso Harry Quebert: costringere il lettore a girare pagina è senz’altro un merito, ancor di più se il propulsore è nella lingua, nello stile, nel passo controllato della sintassi e non in meccanismi polizieschi appresi nelle scuole di scrittura.

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