mercoledì 4 giugno 2014

Mario Luzi a Mendrisio


Nel centenario della nascita, e a nove anni dalla sua scomparsa, Mario Luzi non ci ha mai veramente abbandonati. «Lasciami, non trattenermi» è il grido, sussurrato alla vita, con il quale si era chiusa – con il libro omonimo – la sua carriera di poeta, ma quel grido non poteva essere accolto dagli amici che, come Paolo Andrea Mettel e Stefano Verdino, da allora non hanno mai smesso di divulgare, soprattutto presso i giovani, la voce dello scrittore fiorentino, tra i massimi del Novecento europeo. Il punto, se così si può dire, lo aveva fatto egli stesso nel 2005 preparando un Autoritratto per Garzanti con una selezione dei versi a lui più cari; eppure con simili giganti non si è mai finito di imparare, leggere, confrontare: lo si è visto a marzo al convegno per il centenario presso l’Università Cattolica di Milano, primo atto di un ciclo di festeggiamenti che per qualche settimana farà tappa a Mendrisio.
Presentata al pubblico il 27 maggio, curata dagli stessi Mettel e Verdino con l’aiuto di Giovanni Fontana, Simone Soldini e Giovanna Uzzani, la mostra Mario Luzi. Le campagne, le parole, la luce ben si inserisce nelle recenti esposizioni di Casa Croci dedicate a poeti del XX secolo (Orelli nel 2011 e Jaccottet nel 2013). Nelle piccole celle della casa-alveare si potranno vedere così, fino al 24 agosto, abbozzi luziani scritti con grafia minuta, traduzioni inedite e plaquettes di pregio, all’interno di un percorso costruito con sobrietà e prudenza, filologicamente ineccepibile. Tra le chicche, una macchina per scrivere Olivetti acquistata da Leone Traverso negli anni trenta e utilizzata da Luzi fino alla morte, o gli appunti di un saggio su Bilenchi aperto da uno Snoopy a mo’ di capolettera. Umiltà, capacità di ascolto e (delicato) tormento interiore sono le caretteristiche prime del poeta, così come traspaiono dalla mostra di Mendrisio. Prossima tappa, nel vicino Museo d’arte a partire dal 16 luglio, Mario Luzi. Memorie di terra toscana, dedicata agli amici artisti.