lunedì 16 gennaio 2012

Gianfranco Contini nel centenario della nascita (4 gennaio 1912)


Di fronte ai nati nel 1912 bisogna chinare il capo in segno di riconoscenza: da Amado a Pollock, da Caproni a Cheever, passando per Ionesco, Morselli, Congdon, Doisneau, Einaudi, Frye... In una tale messe di anniversari è passato in sordina il ricordo di Gianfranco Contini. Nato a Domodossola il 4 gennaio, Contini ha rappresentato per l’Italia un’accelerazione improvvisa e un punto-di-non-ritorno in almeno tre ambiti della ricerca: filologia, critica stilistica e dialettologia. Con precoce maturità seppe mettere a frutto quanto aveva appreso nelle Università di Pavia e Torino, senza dimenticare una proficua parentesi parigina alla scuola di Joseph Bédier. Il suo nome si lega inoltre alla cattedra di filologia romanza dell’Università di Friborgo, dove fu docente dal 1939 al 1952. Dopo vari tentativi, riuscì infine a rientrare in Italia, dove concluse una carriera brillante sempre contraddistinta da generosità e rigore.
Chi cerchi informazioni sulla sua opera troverà facilmente dove documentarsi; meno noti sono invece gli aspetti che esulano dalla sua attività intellettuale. Chi era, in altre parole, l’uomo Gianfranco Contini? Una via, silenziosa e affascinante, sono le fotografie, di cui anticipiamo alcuni campioni inediti quale saggio di un lavoro che potrebbe diventare un libro. Se è vero che Contini amava gli album dedicati agli scrittori – ebbe parole di elogio per il Pessoa della Lancastre – è da credere che non gli dispiacerà troppo questa intrusione nella sua vita personale. Eccolo dunque adolescente oppure, con i celebri baffi, sulla tessera del Comitato di Liberazione Nazionale; o ancora con i figli Riccardo e Roberto a passeggio per le strade di Maiano. L’immagine che ne restituisce la più vera essenza è però la prima, dove seduto sull’erba accanto a uno dei figli guarda lontano con l’ausilio di un cannocchiale: emblema di una vita spesa ad osservare, ad accertare i dati più minuziosi e sensibili, con un gusto per la scoperta e per l’avventura intellettuale.






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