martedì 26 aprile 2011

Les Murray - "Killing the black dog"


I lettori di lingua italiana conoscono Les Murray, poeta australiano, intellettuale-contadino al di fuori di qualunque schema, essenzialmente per due opere (due capolavori, se la parola non fosse abusata): la raccolta antologica Un arcobaleno perfettamente normale (Adelphi 2004, traduzione di G. Prampolini) e il poema epico Freddy Nettuno (Giano 2002, a cura di M. Morini), sul quale ha scritto cose molto intelligenti Christophe Martella nel IV fascicolo 2008 della rivista “Cenobio”. In seguito è uscito il volume di saggi Lettere dalla Beozia (Giano 2005), che ha avuto il merito di mostrarci Murray in tutta la sua statura di uomo colto e raffinato, acuto, autoironico, in forte contrasto con l’immagine un po’ burbera e trasandata.
Molto resta però ancora da tradurre, ad iniziare da Killing the black dog, una sconvolgente testimonianza della depressione clinica che da anni assilla il poeta. Il “cane nero” che fu anche di Winston Churchill, metafora azzeccata che in Murray ha trovato nuova vita, si aggira per tutte le raccolte marchiando indelebilmente alcune composizioni, qui raccolte a mo’ di antologia di una depressione mai del tutto esorcizzata. Ci vuole coraggio per aprirsi così schiettamente al lettore, per metterglisi davanti con il cuore in mano.
Di fronte ad un simile libro ci si chiede dove passi il confine tra una scrittura terapeutica e una testimonianza che aspiri a farsi universale, tra un egocentrico parlar di sé e il necessario (perché inevitabile) personalismo sotteso ad ogni vera comunicazione artistica, che non può né deve mai essere “neutra”. Resta un’ipotesi, ma leggendo Murray si capisce che soltanto il riferimento alle più alte categorie del pensiero occidentale (il perdono, il senso del destino, il bisogno di felicità) tengono il parlar-di-sé saldamente al di sopra di quel limite. Alla fine Killing the black dog non è nient’altro che questo: una cartina tornasole contro l’egocentrismo, una scuola di umiltà verso una scrittura veramente universale.