lunedì 7 luglio 2014

Il primo "cretino" fu Mozart. Risposta risentita a Paolo Isotta




Da tempo leggo le cronache e i commenti musicali di Paolo Isotta sul «Corriere della Sera», apprezzandone la competenza, lo stile e il coraggio. Capita purtroppo anche ad un grande giornalista, scaldandosi al fuoco della propria fama e delle proprie granitiche convinzioni, di passare clamorosamente il segno. Presentando la nuova stagione lirica, sinfonica e di balletto dell'opera di Roma (sul «Corriere della Sera» del 5 luglio 2014 a pagina 51), in un breve commento nel quale loda giustamente l'eccellente lavoro speso da Riccardo Muti in questi anni, Isotta si concede di dare del "cretino" a chiunque si serve ancora del nome Amadeus in luogo del più ufficiale Gottlieb, con il quale Mozart fu registrato all'anagrafe e chiamato, con Wolfgang, dai suoi contemporanei. Ora, si sarebbe potuto cogliere l'occasione per ricordare che «Ama-deus» è traduzione latina di «Gott-lieb», e che fu lo stesso Mozart a servirsene per primo, con tutta l'autoironia che contraddistingueva la sua persona, in alcuni scambi epistolari. Si sarebbe potuto dire che il mito Amadeus, legato a questa forma del nome, è postumo al compositore, coniato e favorito dai primi biografi. Si sarebbe insomma potuto fare un breve quanto utile discorso culturale. Invece, chissà perché, Isotta ha propeso per l'insulto. Se tanto mi dà tanto, meglio sentirsi cretino con Mozart che colto con Paolo Isotta. Viva Amadeus, viva la buona musica.




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